martedì 10 giugno 2014

Il Politecnico di Vittorini

<< Il  Politecnico >>

Il primo numero del <<Politecnico>> esce il 29 settembre 1945 e ha come sottotitolo <<settimanale di cultura contemporanea>>. La guerra è finita da pochi mesi e il giornale cerca di rispondere alla fame di cultura di un paese segnato pesantemente dal fascismo.
<<Il Politecnico>> rappresenta uno dei tentativi più importanti, pur nella breve durata della sua esistenza (1945-1947), e uno dei risultati culturali più significativi del clima civile creato dalla Resistenza. Direttore è Elio Vittorini, editore Giulio Einaudi. Dal I° maggio 1946 diventa mensile. Dopo i 28 numeri come settimanale, escono dieci numeri nella nuova veste di mensile, fino al dicembre 1947. Tra i redattori: Franco Calamandrei, Vito Pandolfi, Franco Fortini, Albe Steiner.
Esplicito il richiamo - fin dal titolo - agli studi promossi da Carlo Cattaneo, in nome di un’idea di progresso civile e culturale capace di unire sapere umanistico e sapere scientifico. Vittorini cerca di far interagire discipline diverse tra loro (economia, letteratura, storia, marxismo) in un tentativo di sprovincializzazione e con intenti divulgativi, non solo in termini di diffusione di cultura ma di rieducazione democratica. Grande importanza hanno i testi letterari (tra quelli stranieri: Hemingway, Blok, Eluard, Brecht, Eliot, Kafka). Notevole la grafica curata da Albe Steiner, non solo nell’alternanza dei << rossi >> e dei << neri >> delle copertine, ma anche nell’uso delle fotografie e dei fumetti.
Nel maggio-giugno 1946 ci sono i primi scontri con il Pci: Mario Alicata dalle colonne di <<Rinascita>> attacca il mensile. Tra <<Il Politecnico>> e il Partito comunista c’è una differenza sostanziale nel modo di intendere la cultura. Secondo la lettura data da Gian Carlo Ferretti: da una parte un rapporto quasi istituzionale con Jean-Paul Sartre e << Les Temps Modernes >>, dall’altra un ambito prevalentemente italianistico; un’apertura alla cultura europea e mondiale per gli uni, un legame privilegiato con la tradizione storicistico-realistica per gli altri; la piena disponibilità alla discussione contro il richiamo all’ortodossia ideologica; il giudizio critico sugli scrittori e il giudizio politico ecc. Dopo la replica di Vittorini, interviene Palmiro Togliatti nella celebre lettera pubblicata nel numero 33/34, del settembre-dicembre 1946. La rivista continua ancora per qualche numero e concede uno spazio sempre maggiore alla letteratura. L’ultimo numero esce nel dicembre 1947.


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