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Il Politecnico >>
Il
primo numero del <<Politecnico>> esce il 29 settembre 1945 e ha
come sottotitolo <<settimanale di cultura contemporanea>>. La
guerra è finita da pochi mesi e il giornale cerca di rispondere alla fame di cultura di un paese segnato pesantemente
dal fascismo.
<<Il
Politecnico>> rappresenta uno dei tentativi più importanti, pur nella
breve durata della sua esistenza (1945-1947), e uno dei risultati culturali più
significativi del clima civile creato dalla Resistenza. Direttore è Elio Vittorini,
editore Giulio Einaudi. Dal I° maggio 1946 diventa mensile. Dopo i 28 numeri
come settimanale, escono dieci numeri nella nuova veste di mensile, fino al
dicembre 1947. Tra i redattori: Franco Calamandrei, Vito Pandolfi, Franco
Fortini, Albe Steiner.
Esplicito
il richiamo - fin dal titolo - agli studi promossi da Carlo Cattaneo, in nome
di un’idea di progresso civile e culturale capace di unire sapere umanistico e
sapere scientifico. Vittorini cerca di far interagire discipline diverse tra
loro (economia, letteratura, storia, marxismo) in un tentativo di
sprovincializzazione e con intenti divulgativi, non solo in termini di
diffusione di cultura ma di rieducazione democratica. Grande importanza hanno i
testi letterari (tra quelli stranieri: Hemingway, Blok, Eluard, Brecht, Eliot,
Kafka). Notevole la grafica curata da Albe Steiner, non solo nell’alternanza
dei << rossi >> e dei << neri >> delle copertine, ma
anche nell’uso delle fotografie e dei fumetti.
Nel
maggio-giugno 1946 ci sono i primi scontri con il Pci: Mario Alicata dalle
colonne di <<Rinascita>> attacca il mensile. Tra <<Il
Politecnico>> e il Partito comunista c’è una differenza sostanziale nel
modo di intendere la cultura. Secondo la lettura data da Gian Carlo Ferretti:
da una parte un rapporto quasi istituzionale con Jean-Paul Sartre e <<
Les Temps Modernes >>, dall’altra un ambito prevalentemente
italianistico; un’apertura alla cultura europea e mondiale per gli uni, un
legame privilegiato con la tradizione storicistico-realistica per gli altri; la
piena disponibilità alla discussione contro il richiamo all’ortodossia
ideologica; il giudizio critico sugli scrittori e il giudizio politico ecc.
Dopo la replica di Vittorini, interviene Palmiro Togliatti nella celebre
lettera pubblicata nel numero 33/34, del settembre-dicembre 1946. La rivista
continua ancora per qualche numero e concede uno spazio sempre maggiore alla
letteratura. L’ultimo numero esce nel dicembre 1947.
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